Nella consueta serata del mercoledì, dedicata ai soci del nostro circolo, abbiamo avuto il piacere di ospitare Giovanni Masciandara, nostro socio da poco più di sei mesi. Già dalle prime volte in cui ha partecipato alle attività del gruppo, si intuiva chiaramente che dietro il suo approccio riservato si celava un discreto bagaglio di cultura fotografica.
Come accade spesso, Giovanni ha iniziato con un timido approccio alle serate, ma con il passare del tempo ha saputo far emergere la sua vera natura di fotoamatore. Per lui la fotografia non è solo una passione, ma una vera e propria “droga” da cui non può prescindere. Ogni giorno, o quasi, sente il bisogno di alimentare quella che lui stesso definisce una “tossica dipendenza”, una spinta creativa che lo porta a catturare immagini. La fotografia è per Giovanni un mezzo per soddisfare un'irrefrenabile urgenza di espressione, un modo per trovare pace interiore. Come spesso racconta, uno dei suoi pensieri predominanti, fin dal mattino, è quello di essere pronto a scattare, che si tratti di una scena, un attimo fugace, una situazione che si presenta davanti ai suoi occhi. E, a tal fine, la sua fidata macchina fotografica – una leggera Micro 4/3 – è sempre con lui, pronta a immortalare quell'istante che lo appaga per tutta la giornata.
La passione di Giovanni per la fotografia nasce grazie all’amico Joe Palazzo, fotografo e fotoreporter, nostro ospite qualche settimana fa. Inizialmente, Giovanni si avvicina al mondo della fotografia subacquea, accompagnato dall’esperienza di Joe che, in quegli anni, si occupava di attrezzature subacquee. Joe gli regalò uno scafandro a tenuta stagna per la macchina fotografica, che gli permise di scattare anche sotto acqua, utilizzando pellicole Ektachrome per le diapositive e stampando su carta CIBA. Quella era un’epoca in cui la stampa fotografica aveva una resa cromatica impareggiabile. Tuttavia, per circa venti anni, Giovanni si disaffezionò, non trovando più lo stimolo che gli permettesse di recuperare quella stessa magia nella fotografia digitale, incapace, a suo avviso, di raggiungere la stessa qualità cromatica.
Il suo riavvicinamento alla fotografia è avvenuto solo negli ultimi anni, e, non a caso, i suoi scatti più recenti sono per lo più in bianco e nero. Durante la serata, Giovanni ci ha presentato una selezione di lavori che spaziava tra numerose stampe, molte delle quali in bianco e nero. Le sue immagini si distinguono per una pulizia compositiva che colpisce: ogni elemento superfluo, ogni distrazione visiva, viene eliminato già in fase di scatto, con un’attenzione quasi maniacale alla composizione. Unita a una sapiente post-produzione, questa cura dei dettagli rende ogni immagine potente, capace di trasmettere un carico emotivo che arriva dritto al cuore.
Alcune delle immagini più suggestive che Giovanni ci ha presentato sono state scattate a pochi chilometri da casa sua, un dettaglio che ci ricorda che la fotografia non ha bisogno di lunghi viaggi o destinazioni esotiche per trovare significato. Spesso, il valore di una foto risiede nella capacità di vedere con gli occhi della mente prima ancora che con gli occhi fisici, riuscendo a catturare anche la bellezza che ci circonda nella quotidianità.
Come affermava Henri Cartier-Bresson: *“Fotografare è mettere sulla stessa linea di mira testa, occhio e cuore. È un modo di vivere.”*
Giovanni sembra incarnare perfettamente queste parole, fondendo l'intensità del suo sguardo con la profondità della sua anima, in una continua ricerca di significato attraverso la fotografia.
La serata è stata, come sempre, ricca di immagini, spunti di riflessione e coinvolgenti discussioni. I soci presenti hanno avuto l’opportunità di interagire con Giovanni, creando un’atmosfera stimolante e arricchente per tutti. Giovanni, a sua volta, ha portato a casa non solo un momento di confronto ma anche un significativo percorso di crescita personale. Un’esperienza che rispecchia pienamente lo spirito degli incontri del Gruppo Fotografico La Mole, dove il confronto e la condivisione sono strumenti fondamentali per alimentare la nostra passione comune e, al contempo, favorire un continuo arricchimento reciproco.
In sintesi, la serata con Giovanni Masciandara non è stata solo una mostra di immagini, ma un viaggio emozionale che ha coinvolto tutti i partecipanti, confermando ancora una volta che, nella fotografia, ogni scatto è un incontro tra la mente e il cuore, e ogni immagine racconta una storia unica.
Testo di Antonio Di Napoli foto tratte dall'archivio di Giovanni Mascandara