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  • Carola Allemandi – Relazione e sintesi
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Carola Allemandi – Relazione e sintesi

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2022 anno nuovo, belle abitudini vecchie. Ripartono gli appuntamenti con gli ospiti e ad aprire le danze è Carola Allemandi, una giovanissima fotografa torinese. Carola ci porta i suoi progetti di ricerca personale ed alcuni lavori commissionati di stampo più commerciale.

Classe 1997, viene investita dalla passione fotografica circa quattro anni fa durante i suoi studi di psicologia. Trova in casa una macchina fotografica di suo padre ed incomincia a fotografare per diletto. Segue qualche corso per imparare i primi rudimenti e decide di fare la fotografa. Impara il mestiere “alla vecchia maniera”, cioè andando a far la gavetta in uno studio fotografico. Bussa alle porte di molti studi torinesi e quando le cose devono andare una certa direzione, il destino gioca a favore. Una sera, durante uno spettacolo teatrale, si trova seduta di fianco ad un fotografo che stava cercando un’assistente. Ecco l’incontro di Carola con Piero Ottaviano con cui incomincia a lavorare. Nello studio di Ottaviano impara le basi tecniche e concettuali della fotografia principalmente digitale, ma non solo. Eventi, paesaggi urbani, architetture e matrimoni sono i campi dove Carola incomincia la sua pratica sia lavorativa che di ricerca personale.

Ci presenta “Notturni”, un corposo lavoro di paesaggio notturno caratterizzato da un approccio istintivo di relazione e di sintesi di ciò che vede. Una visione grafica della realtà caratterizzata dal nero profondo e dal bianco degli elementi che compongono l’immagine. La suggestione del paesaggio viene riassunta negli elementi visivi che l’anno scaturita. In seguito, con un gran lavoro di post produzione, isola gli elementi che l’hanno attratta e cancella tutto il resto. Il lavoro viene raccolto in un catalogo ed esposto in diverse mostre personali e collettive.

Segue “Contatti” un altro corposo lavoro sviluppato a casa durante il lockdown. Si tratta anche qui di un progetto non narrativo. Ogni immagine è espressione di un’idea, quindi idealmente si tratta di un lavoro aperto che non ha inizio e non ha fine. In “Contatti”, Carola utilizza il corpo ed il mosso per instaurare un dialogo con oggetti di uso comune. Il tentativo è di interpretare la relazione con l’oggetto che avviene all’inizio in modo più timido per arrivare, negli ultimi scatti, ad una vera e forte interazione. Il corpo diventa pura forma e dialoga in modo intimo con l’oggetto. Il progetto è stato realizzato con pochi e semplici elementi: un telo nero, uno sgabello, le mani mosse e sapientemente illuminate con una torcia.

Seguendo il filone del mosso, delle mani e della relazione con gli oggetti, Carola sviluppa “Ritornanti” in occasione di una mostra collettiva di scultura figurativa al castello di Chatillon. L’interazione delle mani mosse non si dirige più verso un oggetto di uso comune, ma verso le splendide sculture esposte nel museo di arte moderna valdostano.

“Con intenzione” è un altro interessante progetto di ricerca personale che Carola ci presenta. Un lavoro recente sviluppato in estate durante la sua permanenza in una residenza per artisti. Il paesaggio urbano del primo progetto presentato viene sostituito dal paesaggio naturale, gli elementi di architettura vengono sostituiti da steli di fiori e viene riprodotta la notte utilizzando un flash per schiarire i soggetti in primo piano e una forte sottoesposizione per il fondo. Foto di sintesi e relazione diurne ad effetto notte. Interessante!

Terminiamo la serata con la visione dei suoi reportage commissionati nelle residenze sabaude durante “Art site fest” dove vengono immortalati gli allestimenti delle opere d’arte del festival. Interessante e corposo il lavoro di documentazione sull’installazione durata sei mesi delle due opere artistiche monumentali di Salvatore Astore donate alla città di Torino.

Ringraziamo Carola per l’interessante e densa serata passata con noi al Circolo e aspettiamo di vedere come evolverà la sua brillante carriera.

 

(Testo di Paola Zuliani)