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  • Un fotografo chimico in bianco e nero
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Un fotografo chimico in bianco e nero

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Con questa definizione si è presentato mercoledì sera Claudio Marra, socio da alcuni anni del Gruppo Fotografico La Mole e che, finalmente dopo un po’ di tempo, abbiamo avuto il piacere di avere come ospite per parlarci di fotografia ma, sopratutto, mostrarci  e farci apprezzare alcune sue stampe, la sua vera passione.

Secondo sempre una sua definizione, la fotografia è quel processo che inizia con la scelta della pellicola. Lo scatto è rigorosamente in analogico (usa esclusivamente un banco ottico Linhof) e termina su un pezzo di carta con delle macchie grigie sopra, stop, niente di più.

Il vero “ miracolo” avviene in camera oscura, con il sapiente uso della chimica con i liquidi di sviluppo, passando per la scelta della carta e dei tempi di esposizione per impressionarla. 

Detto cosi può apparire semplicistico, ma in realtà dietro c’è molto di più e certi risultati si ottengono solo con tanta esperienza.

Claudio Marra si occupa di fotografia e stampa da più di cinquantaquattro anni e in contemporanea ha studiato storia dell’arte senza mai abbandonarla, in quanto è una materia molto complessa. Ha preso solo una pausa di alcuni anni dalla fotografia, anni in cui frequentando l’Accademia di Belle Arti si è occupato di incisione in cavo (vedi acquaforte) per meglio capire l’uso del nero, dei grigi e dei bianchi, che applica in fase di stampa fotografica.

Ecco perché Claudio ama solo la fotografia in bianco e nero e analogica, tenendo a specifiche che per lui il colore non ha nessun senso, non è nel suo DNA e non lo rappresenta. Infatti, nella fotografia analogica la cosa importante, che la caratterizza e la differenzia da quella digitale, è il punto di nero, che deve essere nero-nero e che deve essere il più intenso possibile, raggiungibile solo usando carte da stampa più pregiate.  

Le origini di Claudio sono in montagna, lui infatti proviene da Condove che è un piccolo borgo rurale montano nei dintorni di Torino dove, da ragazzo, si è occupato anche  di portare le mucche in alpeggio,  il fieno sulle spalle per foraggiarle. Questo suo continuo contatto con la natura lo ha formato fotograficamente, tanto che i suoi soggetti preferiti sono le montagne appunto, però con un limite:  si, fin dove arrivano le mucche, non più in alto, specificando che le ama fotografare senza i “nuvoloni” , per intenderci, da distaccarsi da quelle che potrebbero ricordare le immagini di Ansel Adams.

Tornado alla serata,  dopo una si è passati  alla selezione  di alcune delle innumerevoli stampe che ha deciso di portarci dove, oltre a prenderne visione, lo stesso Claudio ci ha invitato a toccarle per apprezzarne a livello tattile la differenza legata all’uso delle diverse carte e modalità di sviluppo e per ammirare le varie sfumature di colore che le caratterizzano. Infatti, in base alla  quantità di argento presente nella carta stessa, si evidenziano le varie sfumature di grigio e devo ammettere che, quello che si prova, è davvero particolare.

“La fotografia in B/N ha un colore che devi volere e ricercare, che si può ottenere con il rapporto tra carta e sviluppo, e in base alla tipologia di utilizzo si può agire sia sul colore che sul contrasto”

Durante la visione e l’interessantissima spiegazione, non si poteva non notare da parte di Claudio tutta la passione che trasudava dai suoi pori  e si leggeva  nei suoi occhi per tutto quello che concerne  la fotografia e lo sviluppo delle stampe, come chi esterna l’amore per la propria amata, che va dalla  gestualità fino alla modulazione della voce, che in alcuni casi diventava  più profonda e bassa quasi a sottolineare l’apice di maggior trasporto.

 

Ma per abbassare un po’ la glicemia da troppa dolcezza, chi conosce bene Claudio sa anche che è un vero combattente della tastiera in quanto non perde occasione per commentare con le sue frasi a volte dirette e altre criptiche i vari post che vengono messi su FB in tema fotografico, generando spesso negli autori reazioni molto adrenaliniche e che sfociano spesso in lunghi botta e risposta al fulmicotone, dove lui stesso alla fine risulta  fastidioso come il classico sassolino nella scarpa e come tale però, a mente fredda, ti porta a riflettere sull’importanza dei piedi.  

Per cui, sulle prime Claudio può sembrare un personaggio ostico, come lo sono un po’ coloro che come lui hanno origini montane, duri come la roccia, ruvidi come le cortecce degli alberi, spinosi come  il riccio che contiene la castagna. Però, conoscendolo meglio e apprezzandone la cultura che lo caratterizza, si comprende la sua vera essenza. Infatti, come dicevo prima, ama profondamente la fotografia e ne studia le sue mille sfaccettature, per cui cerca di difendere il suo pensiero da chi si improvvisa fotografo pretendendo di saperne già abbastanza senza aver approfondito la materia o da chi più semplicemente la pensa diversamente da lui.

Verso la fine della serata, intorno ai tavoli dove erano state esposte le stampe, si sono alternati i soci che a turno le hanno potuto ammirare da vicino. 

Non sono mancate le domande e le curiosità, infatti è stato molto bello e interessante sentire le varie voci che si accavallavano, e Claudio da vero mattatore ha fornito chiarimenti e consigli. 

La scena era quasi commovente, da un bel po’ non si vedeva questo tipo di partecipazione, ne sentivamo un po’ tutti un’incredibile bisogno.

Ben tornata normalità…

Grazie Claudio a presto

(Testo di Antonio Di Napoli)