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  • La Gondola: un viaggio nel mondo fotografico dal 1947 ad oggi
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La Gondola: un viaggio nel mondo fotografico dal 1947 ad oggi

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Abbiamo aperto il 2021 gli incontri  del mercoledì  sera con uno dei circoli più blasonati  dello scenario  fotografico italiano, nostri graditi ospiti, sono stati gli amici del circolo fotografico La Gondola di Venezia, che rappresenta un pezzo di storia della fotografia.

Sono attivi dal 1947, ma il 1948 è l’anno in cui il gruppo venne fondato ufficialmente da Paolo Monti che ne fu il presidente dal ’48 al ’53. La Gondola, infatti, ha caratterizzato e caratterizza ancora adesso il mondo fotografico nazionale, e ne hanno fatto parte nomi di rilievo come Paolo MontiGino Bolognini, Fulvio Roiter, Gianni Berengo Gardin (per citarne alcuni) e poi Sergio Del Pero, che merita una menzione a parte in quanto considerato il più grande fotografo italiano del novecento e, allo stesso tempo, definito in un ironico slogan di una sua retrospettiva “Il più grande fotografo italiano sconosciuto”.  

Monti, Roiter e Berengo Gardin hanno intrapreso la carriera professionale, ricevendo riconoscimenti internazionali.

Il gruppo La Gondola ha segnato la nascita dei circoli fotografici in Italia, distinguendosi negli anni per aver accumulato un ricchissimo archivio fotografico composto da diverse migliaia (circa 27000) di fotografie di alto livello, provenienti sia da singoli amatori che anche da lasciti di fotografi famosi, con le quali organizzavano e organizzano esposizioni e mostre importanti, contribuendo a diffondere la passione per la fotografia. Quello dell’archivio fotografico rappresenta, a detta dell’attuale presidente Massimo Stefanutti, un vero e proprio lavoro che vede impegnata una squadra di 4/5 persone, in quanto ricevono almeno mille fotografie solo analogiche ogni anno (non vengono presi in considerazione i file digitali). Per cui, si può intuire cosa ci sia dietro all’acquisizione e alla conservazione museale sia dei negativi che delle stampe, grazie all’aiuto di due soci professori di conservazione dei Beni Culturali a Venezia che iniziarono a perdersi cura di questo enorme patrimonio.

Se consideriamo da quando il gruppo La Gondola è nato, settantaquattro anni fa fino ai nostri giorni, è stata una continua fucina di amanti della fotografia, dove una costante trasmissione del sapere ha permesso di tenere viva la passione. Infatti, il loro motto è “bando alla banalità”, in quanto viene bandita la classica foto delle maschere veneziane o i tramonti sulla laguna o ancora ad esempio i ritratti di anziani con le rughe profonde a segnare lo scorrere del tempo. 

Dopo una lunga e interessante presentazione della storia del circolo la Gondola ad opera del loro presidente, da buon avvocato dotato di una dialettica accattivante, veniamo a una serie di lavori che ci hanno presentato durante la serata. Il primo è stato Ice Food: tratto dall’idea di una socia, Ivana Galli, che durante un progetto FIAF sulle famiglie italiane, dovendo fotografare i loro frigoriferi, per un problema di mal funzionamento del suo congelatore si è ritrovata con delle vere e proprie sculture di cibo ghiacciato. L’idea venne subito recepita dagli altri soci, che si sono attivati nella realizzazione del progetto, ognuno con il proprio stile fotografico. L’unica regola era la qualità dell’immagine e il più possibile essere aderenti al tema. La fantasia ai soci non manca e, in effetti, dopo lunghe discussioni e visione degli scatti, il risultato finale è stato molto interessante, anche perché fotografare il cibo congelato non è facile, perché la resa in immagine non è scontata. Bisogna, infatti, far passare un messaggio estetico-comunicativo forte, per dare significato espressivo a tutto il lavoro.

Poi è stato presentato il lavoro di Ivana Galli “Ritratto scomposto”, in cui con il sapiente uso degli specchi l’autrice ha scomposto l’immagine dei suoi soggetti nudi ripresi durante delle performance in diverse manifestazioni, in una sorta di cubismo fotografico e realizzati in scatto unico e senza post-produzione.

Paola Casanova, poi, ha presentato “Visioni Spettrali”, scatti realizzati in b/n e in analogico.

Carlo Chiapponi, invece, si è proposto con una serie di immagini provenienti da un progetto più ampio “Snake Skin”. È un’indagine di visione dei nuovi mezzi di comunicazione, gli iPhone, e si tratta, a detta dell’autore, di fotografia dinamica che si differenzia da quella fatta con la macchina fotografica, classica, che è statica. Sono scatti di paesaggi realizzati con iPhone usando la funzione Panoramica, il movimento ne determina il risultato e, sfidando l’algoritmo del telefonino, vengono fuori immagini creative e particolari.

Con la stessa tecnica di Chiapponi, Fabrizio Uliana crea un lavoro di immagini su Venezia dopo uno dei consueti fenomeni di acqua alta che ha invaso la sua casa nel 2019.

Marzio Minorello, fotografo apprezzato nel circuito FIAF, dove ha vinto diversi premi, ha presentato un lavoro di street “Visti dal tram” in cui riprende le persone durante la quotidianità nell’utilizzo del tram, mezzo a lui congeniale in quanto autista nell’azienda tranviaria veneziana. Il saper cogliere l’attimo e il taglio della scena rendono le sue immagini molto dinamiche e accattivanti.

Si sono poi susseguiti Antonio Baldi, con un lavoro sull’astrattismo passando attraverso  la superficie della materia, e Francesco Del  Negro, che ha fatto un lavoro  molto delicato e particolare sulla disabilità presentato in occasione della Giornata mondiale della disabilità,  dove ha raffigurato se stesso in diversi stati d’animo, mettendosi letteralmente a nudo davanti alla macchina con il significato di spogliarsi da ogni forma di pregiudizio, facendo emergere l’essenzialità dell’uomo di fronte alla diversità per rimarcare il concetto di uguaglianza. La forza del messaggio viene dal suo essere portatore di handicap.

Infine, Massimo Stefanutti ha presentato un divertente lavoro in stenopeico dal titolo” La vita segreta dei giocattoli”, idea tratta dal film Toy Story con protagonisti Barbie e Ken che Massimo ha immaginato nella loro intimità.

In finale di serata, è stato presentato un video corale “Venezia al tempo del Corona virus”, con immagini in maggior parte in b/n in cui Venezia, in una veste insolita e vista da chi la vive, icona del turismo per antonomasia nel mondo, come la stragrande maggioranza delle grandi città italiane in periodo del lockdown è avvolta dalla desolazione e dal silenzio che regnavano nelle calli e nelle piazze. I pochi passanti ritratti portavano in viso lo sgomento e l’incredulità dei giorni in cui prendevamo coscienza di questo nuovo e terribile nemico invisibile.

Che dire? Il Circolo Fotografico La Gondola, con una lunga storia e cultura fotografica, ha condiviso con noi del Gruppo Fotografico La Mole tutta la passione, e ci siamo trovati allineati su quello che è per noi lo spirito di gruppo, che ci caratterizza da più di cinquant’anni, mettendo al centro sempre, oltre al rigore della tecnica, la creatività e una generosa dose di divertimento.  

Testo di Antonio Di Napoli foto tratte da diretta streaming