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  • Francesca Gilardi: “La passione del fotoamatore con il rigore del professionista”
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Francesca Gilardi: “La passione del fotoamatore con il rigore del professionista”

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

La “dolce ossessione” di Francesca si palesa sin dalla sua più tenera età, dove inizia a fotografare con le prime macchine compatte, sviluppando sempre i rullini, in modo da creare con le foto dei piccoli foto-libri su cui appuntava data, luogo e tutte le info inerenti ai momenti dei vari scatti.

Poi come spesso accade, le viene regalata una reflex che parcheggia per un anno e poi nel 2017 finalmente prende coscienza che fotografare  sta diventando qualcosa di diverso da una semplice passione, inizia a frequentare corsi di fotografia a cui ancora oggi non smette di partecipare, la lista è abbastanza lunga (proprio in questi giorni è iscritta al  corso “ Fotografare le note “ tenuto dal nostro socio  Carlo Mogavero) in quanto la sete di apprendere tecniche fotografiche diverse e affinare sempre più lo sguardo, non si è ancora appagata.

Ciò spiega che non ha ancora individuato il genere fotografico che più la possa rappresentare.

Possiamo immaginare Francesca come una sorta di figura mitologica, metà donna e metà macchina fotografica. Non me ne voglia… ironia a parte è ammirevole come la fotografia, per sua stessa ammissione, rappresenti una valvola di sfogo con la quale riesce ad esprimere tutta se stessa e di cui non riesce a farne a meno, entrata ormai nel suo DNA.

La serata inizia con una serie di fotografie singole che rappresentano un po’  il percorso fotografico di Francesca a partire dal 2019,  sono dapprima scatti fatti a persone, la prima immagine è quella di un bimbo che sale una scala, (una delle sue preferite) molto significativa per lei in quanto la sente un pò come una sorta di incoraggiamento a iniziare anche se in salita la strada della passione fotografica.

Seguono poi scatti realizzati negli anni successivi, i generi sono dei più disparati dai paesaggi alla street, dall’architettura al minimal (di cui nel 2022 ha frequentato il corso di “Minimal” del nostro Max D’Urso).

Dalle foto viste, già si intravede il processo di crescita, man mano con gli anni Francesca riesce ad affinare sempre più lo sguardo,  oltre  che la tecnica,  affiancato ad un rigore quasi maniacale nella composizione.

Francesca ci offre poi uno spaccato di vita molto importante e toccante, un  progetto che sta portando avanti con scatti realizzati durante degli incontri di Clownterapia  in RSA, centri per anziani e  bambini con disabilità. Lo sguardo che lei rivolge ai soggetti ripresi è sempre molto tenero cercando di far emergere il lato ludico e non quello commiserevole.

Conclusa la parte con foto singole la nostra ospite non che socia da un anno circa del nostro circolo, ha portato alcuni portfolio realizzati in questi anni.

Il primo dal titolo “Route 66” fa parte di un progetto a tema fisso realizzato nel 2020: riprendere una strada del Monferrato senza fare foto di paesaggio e persone, dove appunto il soggetto principale doveva essere la strada sempre presente in ogni scatto.

L’intuito di Francesca per rendere meno banale il lavoro è stata quella di riprendere sì la strada, però vista dall’interno dei locali come farebbe un qualsiasi avventore, magari sorseggiando un caffè o mangiando qualcosa al bar, immerso nei suoi pensieri guardando fuori in modo distratto.

L’atmosfera che emerge da questo lavoro ricorda vagamente quella che si respira nei  film icona della più famosa Route 66 considerata La Strada  Madre ( come la definì  lo scrittore John Steinbeck) resa famosa in diverse pellicole: Easy Rider,  Furore, Thela & Louise, Rain Man, 

Blues  Brothers  e l’omonimo Route 66 solo per citarne alcune e quello che si vede sono questi posti desolati dove il tempo sembra essersi  fermato.

Il secondo lavoro presentato “Il mio mondo a pois” in b/n  in otto scatti realizzati all’interno del suo ufficio dove con le tapparelle abbassate il sole creava dei giochi di luce sui muri e sugli oggetti e sulla sua stessa figura, con tanti pois.

Questo lavoro è molto intimista, i pois diventano metafora della vita dove la loro forma ben definita rappresenta il rigore nel mondo del lavoro di Francesca da un lato, dall’altro vengono percepiti come una costrizione dalla quale fuggire e si insinua sempre più il dubbio esistenziale  “è la giusta soluzione?”

Il terzo e ultimo lavoro “Vita sul fiume Tanaro” che prende spunto da Giorgio, un personaggio che Francesca ha incontrato sulle rive del fiume durante le sue perlustrazioni. 

La storia si svolgerà sul trascorrere della vita di Giorgio nella baracca che lui occupa nel tempo libero sulle rive, quale testimone del degrado che negli anni affligge il Tanaro."

Francesca ha voluto presentarci il lavoro in anteprima per cogliere da parte degli intervenuti un po’ il potenziale di tutto il progetto e   conoscendo il rigore dell’autrice avrà una lunga gestazione in quanto non verrà lasciato nulla al caso curando nei minimi particolari ogni singolo scatto pronti ad emozionarci ancora. 

In conclusione la serata ricca di spunti e consigli da parte dei soci, è stata molto interessante, in quanto attraverso le fotografie viste e in special modo quelle singole la nostra ospite, ha mostrato come con la passione, la curiosità, la tenacia unite  ad una buone dose di rigore si può crescere fotograficamente e la cosa più sorprendente, avvenuta in pochi anni di attività “amatoriale”.

Sicuro che Francesca riuscirà a sorprenderci ancora, alzando sempre più l’asticella dei suoi lavori, e si parte già da un livello di tutto rispetto.

Non abbandonare mai la tua passione, ascolta il tuo cuore e segui il tuo istinto.

  

 Testo Antonio Di Napoli  (foto Antonio Di Napoli e archivio fotografico di Francesca  Gilardi)