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  • Sebastião Salgado: un fotoreporter che ha fatto dell’amore per la natura un suo motivo di vita.
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Sebastião Salgado: un fotoreporter che ha fatto dell’amore per la natura un suo motivo di vita.

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Con Carlo Mogavero, mercoledì sera, abbiamo approfondito il pianeta Salgado, fotoreporter di caratura mondiale sconosciuto a pochi, che ha fatto della sua passione per la fotografia un mezzo per comunicare e denunciare una piaga sociale: la costante e inarrestabile distruzione della Terra. 

Esistono uomini che, nel loro DNA, hanno un codice genetico tale che li porta ad avere uno scopo: mettere al centro della loro esistenza l’essere umano e il rispetto della Terra. Rispetto e amore che si riserva solo alla propria madre.

Questo significa capire che noi singoli esseri umani siamo una componente infinitesimale di un sistema molto più grande, che ci governa. 

Rispettare e proteggere ciò, oltre che farci godere di meraviglie naturali, ci preserva e ci assicura un futuro per la nostra specie. 

La nostra precarietà ci è stata dimostrata con la recente pandemia che non ha risparmiato nessuno. 

Ma parliamo del Sebastião fotografo: di origine brasiliana, proviene da una famiglia numerosa; il padre, grande possidente agricolo e allevatore di bestiame gli ha trasmesso l’amore per la Terra  che lo ha accompagnato nella sua crescita.

Salgado si è laureato  in economia, ma ha abbandonato ben presto questa strada e con la sua musa ispiratrice, la moglie Laila Deluiz Wanick, con cui fondò Amazonas Images,  decide di dedicarsi alla fotografia. Infatti, la macchina fotografica rappresenta una appendice del suo corpo. Usa nelle sue fotografie,  in modo magistrale, quasi esclusivamente il B/N  fino a diventare un marchio di fabbrica, che lo caratterizza da sempre. Per anni ha fatto parte di una delle agenzie fotografiche più importanti al mondo, la Magnum. 

Salgado, in ogni suo progetto fotografico, frutto di una maniacale pianificazione e realizzazione, coadiuvato dall’immancabile Lalia, da cui scaturiscono sempre libri illustrati di notevole livello, impiega anni di lavoro e  continui viaggi in tutto il mondo.

Tra i suoi lavori più iconici sono: Sahel the end of the road, Exodus, Gold, Africa, La mano dell’Uomo, Altre Americhe e Genesi.

Senza entrare nello specifico di  ogni singolo  libro, visto che sono stati illustrati in modo esaustivo da Carlo, tutti hanno un denominatore comune: mettono al centro il rapporto Uomo/Natura.  Nelle sue più svariate sfaccettature Sebastião Salgado ci mostra come l’uomo influenzi, nel bene e nel male, l’ambiente che ci circonda e come sia fragile questo l’equilibrio. In Genesi, documenta l’autenticità e semplicità di popolazioni che abitano la foresta Amazzonica  e  il rispetto che hanno nei confronti di madre Terra .

 “Una lettera d’amore al pianeta, un modo per far conoscere luoghi incontaminati, comunità non corrotte dal consumismo e animali meravigliosi. Un patrimonio da proteggere.”

(descrizione tratta dalla presentazione del libro)

 Il libro Genesi,  ha ispirato il  film, per mano di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado figlio di Sebastião.

“ Il sale della Terra” 

La figura del maestro che si delinea attraverso la sua filosofia fotografica è completa, in quanto  è paesaggista, naturalista, ritrattista, documentarista e fotoreporter. Infatti, le sue fotografie sono un concentrato di tecnica, colpo d’occhio e sentimento, caratteristiche che fanno di Salgado un professionista unico nell’ambito della fotografia mondiale, anche se lui si definisce un “ fotografo amatoriale”.

La serata, ideata e  coordinata  da Carlo Mogavero e presentata sul gruppo chiuso, è stata molto interessante, visto lo spessore dell’argomento, i soci hanno interagito in modo costante animando  la diretta con domande e aggiunte di piccole curiosità su Salgado. 

In chiusura di diretta ci siamo lasciati, dopo aver discusso a fondo, con un piccolo dubbio  esistenziale, mosso da Pino socio storico del Gruppo Fotografico La Mole : In quasi tutti gli avvenimenti che hanno fatto la storia, come mai era sempre presente un fotografo Magnum? 

Per cui, l’evento storico attira il fotografo Magnum, o viceversa  è il fotografo in una sorta di  situazioni astrali (meglio definita, portare sfiga) a modificare la storia? 

La verità non  la sapremo mai, l’unica certezza è stata l’ora piacevole trascorsa insieme a tutti i soci a parlare di fotografia con la F.

Alla prossima serata.

(Testo di Antonio Di Napoli)