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  • Marco Alpozzi: Cronistoria di un evento che ha cambiato un’intera umanità.
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Marco Alpozzi: Cronistoria di un evento che ha cambiato un’intera umanità.

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Tutto quello che fino, ad un paio di mesi fa, era la normalità, come viaggiare, entrare in un negozio, andare allo stadio, al mercato, fare una cena romantica , andare in discoteca, stringersi la mano, darsi un abbraccio o una pacca sulla spalla (e noi italiani, popolo caloroso amiamo relazionarci con il contatto fisico) un bacio etc, dalla mattina a alla sera, è stato spazzato via di colpo. 

Abbiamo dovuto fare i conti con  lo stare chiusi in casa,  la distanza fisica, il metro  è diventato l’unità di misura della salute individuale, l’uso della mascherina, i guanti mono uso, il lavarsi le mani spesso, lo smart working, nuovi gesti quotidiani che ci accompagnano sin dall’inizio della fatidica fase 1 della pandemia Covid19. 

La chiusura dei negozi, di ogni tipo di attività , bar,  ristoranti, gli stadi, i teatri e i cinema, vuoti . Dalle nostre finestre potevamo vedere le strade deserte a tutte le ore del giorno, in lontananza si percepiva solo il semaforo che continuava a regolare un traffico inesistente, il rumore che si  sentiva era quello del silenzio spettrale, rotto solo  dalla sirena dell’ambulanza. Lo scenario era quello dei film apocalittici dove da un momento all’altro, aspettavi l’arrivo del super eroe  a salvare il mondo. In realtà, i  nuovi  super eroi  esistono e hanno i volti deformati dalla stanchezza e dall’uso prolungato di mascherine, da caschetti con visiere per proteggersi da eventuali contagi, aggravati da numerose ore di turni massacranti, di medici e infermieri  e personale delle autoambulanze, che da quel fatidico giorno di febbraio praticamente vivono negli ospedali,  dentro ai reparti di terapia intensiva. Questo lo scenario descritto magistralmente da  Marco Alpozzi,  l’ospite  e amico di tutto il circolo, che abbiamo avuto l’onore di riospitare  nella ormai consueta  diretta streaming del mercoledì sera #LAMOLEacasatua. 

Marco Alpozzi, fotoreporter sempre in prima linea, sin dal suo esordio da fotografo professionista, a fianco della Croce Rossa nel 2009 ha documentato il disastro del terremoto dell’Aquila.Viene a far parte dell'agenzia LaPresse prima come freelance e poco dopo collabora in modo continuativo, trovandosi catapultato in giro per il globo a contatto con diverse realtà, tra cui testimonia il dramma dei profughi in Tunisia e in Afghanistan al seguito della missione Isaf, e ancora in Ucraina dopo un anno dal conflitto di Maidan e  in altri siti estremi, pubblicando i suoi servizi nelle testate più importanti al mondo. 

In questi anni, Marco ha affinato uno stile fotografico molto particolare, dove al racconto dei fatti, pulito, netto, aggiunge una componente intimista che porta, chi usufruisce dell’immagine, all’interno del racconto con un linguaggio fotografico semplice ed efficace.

Così Marco Alpozzi  ci ha mostrato il volto di una Torino nei giorni della pandemia, durante il lockdown che ci ha tenuto incollati in casa. Infatti,  la mia introduzione è frutto di quello che mi sono portato dentro e credo di condividere, con i presenti alla diretta, dopo la visione delle fotografie mostrate mercoledì sera.  

Così, come quando ci ha mostrato le foto di Genova durante la ricostruzione del viadotto Polcevera, ridisegnato  da Renzo Piano, altro momento di quelli che ci hanno segnati dentro, per quello che ha rappresentato per tutti noi il 14 agosto 2018. 

La simpatia del nostro ospite  e le sue immagini  hanno reso la serata molto gradevole e interessante, con domande da parte dei soci, mirate a capire non tanto la tecnica fotografica, che appartiene a Marco e agli anni vissuti in prima linea, ma lo stato d’animo nel ritrovarsi a vivere  e documentare brandelli di storia che rimarranno incancellabili  in tutti noi. 

Un doveroso ringraziamento a Marco Alpozzi per la disponibilità nel raccontarsi e raccontarci, il suo essere fotoreporter e a tutti coloro intervenuti alla diretta #LAMOLEacasatua. 

Diretta che ha riservato una piccola sorpresa, una sigla di apertura e chiusura realizzata con un collage di autoritratti  e spezzoni di video, che ritraggono tutti noi soci del Gruppo Fotografico La Mole in momenti di vita del circolo, come messaggio positivo di rinascita da questo momento di difficoltà, che ci ha tenuto distanti, con la voglia di ritrovarsi e ritornare  a scattare tutti insieme nel nome di  una passione comune.

(Testo di Antonio Di Napoli foto tratte da diretta web)