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Stefano Stranges, cronache da una pandemia

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Gran finale dell'anno 2020 con il reporter indipendente torinese Stefano Stranges e il suo lavoro sulla pandemia.

Stefano arriva come ultimo ospite esterno del 2020 ed è un gran finale. Purtroppo a causa del covid siamo ancora tutti collegati in streaming con zoom. Classe 1978, Stefano inizia la sua carriera professionale nel 2006, è un reporter indipendente che ha seguito guerre civili, disastri causati dalle catastrofi naturali, interessato anche alle problematiche dovute ai cambiamenti climatici.

Inizia il suo racconto partendo da uno splendido lavoro sulle miniere del Congo (The victim of our wealth) in cui vengono sfruttati ragazzi africani nell’estrazione del Coltan materiale fondamentale per la costruzione dei cellulari.

Il lavoro descrive in modo completo il ciclo produttivo dei cellulari: parte dalle foto delle miniere, che ricordano i lavori di Salgado sull’estrazione dell’oro in Brasile, per poi finire nelle immense discariche del Ghana dove i cellulari vengono smaltiti.

La descrizione di Stefano è accorata e precisa e le foto sono molto suggestive e coinvolgenti con le persone al centro del racconto. Gli scatti, tutti effettuati molto da vicino, ci consentono di immergerci nelle scene e di capire le condizioni estreme di vita dei protagonisti che, in alcuni casi, vivono la loro vita direttamente all’interno delle discariche.

La seconda parte della serata è dedicata al racconto fotografico che descrive i campi profughi dell’hot spot di Moria in cui vivono in condizione estreme 20.000 profughi. Colpiscono le foto delle manifestazioni di protesta, contrastate duramente dagli attacchi della polizia, che Stefano ha documentato insieme alla giornalista Federica Tourn.

La parte finale della presentazione è dedicata al bellissimo lavoro sul periodo del lockdown che ha dato origine ad un libro “Quell’anno in cui …”, un accurato reportage diviso in 5 capitoli che raccontano il periodo della pandemia descrivendo l’isolamento casalingo, i momenti drammatici negli ospedali e le tante testimonianze di solidarietà. Stefano ci presenta il libro tramite un teaser di venti minuti, struggente e impegnativo accompagnato da una colonna sonora cruda, realizzata apposta per il filmato, di grande impatto emotivo.

Parecchie le domande alla fine della serata relative anche alle due foto iconiche di Stefano che ritraggono gli infermieri in via Roma durante il primo lock down e i poliziotti, sempre in via Roma, che reprimono le rivolte all'inizio del secondo lockdown. Queste due foto, apparse su molti giornali, sono state prese a simbolo dei due sentimenti che hanno accompagnato il primo lockdown (la solidarietà) e il secondo (la rabbia).

Anche questa volta una grande serata a cui hanno partecipato da remoto molti soci.

(testo di Carlo Mogavero)