La foto in questione ritrae un ragazzo avvelenato dal mercurio con la madre, è il riassunto della attività del fotografo: impegno sociale, capacità di esserci, in guerra, in situazioni difficili. Capacità di trarne immagini di grande spessore formale, dure, senza paura.
Il suo servizio sull’inquinamento trentennale da mercurio di un tratto di mare giapponese, con migliaia di infermi e morti, da parte di una multinazionale giapponese, fu fondamentale nel processo che ne seguì e che vide la ditta condannata. Il fotografo venne picchiato quasi a morte da individui mandati dalla ditta e non si riprese mai più completamente.