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Pino Ninfa, dal jazz al sogno eritreo

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Un altro grande ospite di rilevanza nazionale ed internazionale al circolo in streaming. E' il fotografo milanese Pino Ninfa attivissimo sulla scena musicale italiana ma autore anche di importanti reportage sulle tematiche ambientali e del terzo mondo

Ospite della serata in streaming è il fotografo milanese Pino Ninfa che da tempo ha intrapreso una ricerca rivolta a considerare come elementi importanti e significativi i luoghi dei concerti insieme al pubblico presente e non solo i musicisti sul palco. Uno dei fotografi più attivi sulla scena Jazz italiana che lo ha portato a diventare il presidente della Associazione Fotografi Italiani di Jazz (AFIJ).

Da diverso tempo Ninfa ha dedicato anche i suoi studi al recupero e alla salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo, con missioni nelle foreste Africane e dell’Amazzonia per testimoniare progetti di salvaguardia e di sviluppo delle popolazioni locali.

Pino ha dedicato gran parte della serata alla presentazione del suo nuovo libro “Breve sogno eritreo di Tekle Mandar“. Un percorso onirico attraverso i vicoli e le periferie di Asmara in compagnia di un ferroviere incontrato in una stazione dismessa. Dalla stazione i treni non partono più ma restano i ricordi ed è proprio da questi ultimi che Pino è partito per condurci a spasso per la capitale. Un viaggio emozionate, vivo e carico di suggestioni !

La serata è trascorsa in compagnia dello scorrere delle sue foto in bianco e nero piene di empatia e dalla sapiente post produzione che ci hanno consentito di incontrare e conoscere luoghi e persone della cittadina eritrea sempre ritratti con grande empatia e calore: campi di calcio improvvisati, officine polverose, vicoli inondati dal caldo sole e personaggi sempre descritti con grande pudore e rispetto in grado di raccontare le loro esistenze, spesso molto povere, ma sempre con grande dignità ed orgoglio. La serata è passata a discutere non solo di fotografia dal punto di vista tecnico ma anche etico e comportamentale.

Bellissimi i racconti relativi al rapporto che si è instaurato tra il fotografo e il ferroviere eritreo che, iniziati con un resoconto giornalistico e sociale sulla vita ad Asmara, sono poi diventati quasi un ricordare onirico di fatti immaginati o forse sognati.

Indimenticabili le foto dei laboratori dei fabbri con il sudore e le scintille che paiono uscire dallo spazio bidimensionale della foto. Struggenti per bellezza, eleganza, portamento ed orgoglio le foto delle donne di Asmara spesso ancora nei costumi tradizionali. Suggestive le foto delle vestigia della capitale che ancora portano numerose tracce del periodo coloniale italiano sempre ritratte con le persone fermate al momento giusto che interagiscono in modo splendido nell'interno del rettangolo della fotogramma.

Molto interessanti le descrizioni sulle modalità di ripresa dei soggetti condotte sempre con grande rispetto e in modo non invasivo ma cercando anche di instaurare un dialogo e con la capacità di entrare nella scena in punta di piedi.

nel finale, a grande richiesta, Pino ha mostrato alcune sue foto relative al mondo del jazz. Anche in questo campo Pino pone sempre al centro l’aspetto umano e più intimo di questo mondo e preferisce raccontare quello che avviene fuori dal palco, nel backstage o nelle sale.

Il tempo è volato via rapidamente e gli uditori collegati on line sono tanti, grazie Pino per aver partecipato e speriamo di poterci rivedere nel 2021 di persona !

(testo di Carlo Mogavero e foto tratte dalla diretta streaming)