La dura vita del blogger che non va mai in vacanza, che, come un inviato di guerra in luoghi dove i combattimenti si fanno più cruenti, si sfianca non curante del pericolo e del caldo, percorrendo la penisola in cerca di realtà da condividere con il gruppo, placando la sete di conoscenza dei soci, che, arsi sotto il sole, attendono impazienti!
"La macchina fotografica ti spinge a guardare la realtà in un modo diverso".
L'altra sera a Modica, nella cornice molto suggestiva degli Orti di San Giorgio, all'interno di una manifestazione a base di jazz, fotografia e eccellenze gastronomiche (devo dire che le tre arti si sposano benissimo), ho avuto l'occasione di incontrare Marco Zanella, una giovane promessa nella fotografia, oggetto di attenzione del British Journal of Photography.
Marco, in uno spazio dedicato alla street art, ha presentato un suo lavoro intitolato "Modica 1", su Modica per l'appunto, dal quale emerge una visione priva di schemi della città come crossover tra cultura e tradizione. Di Marco Zanella, dopo aver parlato a lungo con lui, ho apprezzato la passione e la sincerità in ciò che dice ed è quello che si vede nei suoi occhi e nei suoi scatti. La passione per la fotografia nasce intorno al 2007/2008 quando dopo la scomparsa di suo zio, pittore e scultore, eredita 2 macchine fotografiche. Però il vero colpo di fulmine per Marco viene dopo aver visto una mostra di Cartier-Bresson, dalla quale ne esce talmente scosso e in lacrime da capire cosa avrebbe fatto da grande. La passione per Bresson la si ritrova nei suoi scatti, e nel modo di muoversi nei vicoli di Modica come il grande maestro, senza far avvertire la propria presenza, in cerca di quelli che saranno i soggetti delle sue foto. Infatti, Zanella sta già lavorando alla seconda parte del progetto che sarà "Modica 2".
Ad una mia domanda su cosa avesse spinto lui, di origine di Parma, a venire a vivere in questa parte della Sicilia, ha risposto dicendo che qui ha trovato un'altra dimensione, dove il tempo sembra essersi fermato a 30 anni fa e la lentezza del trascorrere delle ore (caratteristica dei paesi caldi dove il sole la fa da padrone ) lascia più spazio alla riflessione e alla ricerca del nostro io.
Curatore della mostra e mentore di Marco é Alex Majoli, grande fotografo di fama internazionale e membro della Magnum, da anni di casa in Sicilia e precisamente qui a Scicli dove ha preso casa (come Marco) e si sposta in tutte le parti del mondo seguendo i suoi innumerevoli impegni.
Spero di incontrare Alex in questi giorni, poiché di passaggio qui. Marco mi è sembrato entusiasta di incontrarci a Torino e di condividere il suo modo di interpretare la fotografia con noi del circolo.