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Paradigmatica - Nr. 1

Ci sono autori che in uno scatto hanno condensato tutta la loro poetica, il loro modo di sentire il mondo e la fotografia. Tenterò di riconoscere quelli di Richard Avedon, Henry Cartier Bresson, Eugene Smith, tre pilastri della fotografia mondiale.

Richard Avedon

Questo scatto, ad una occhiata superficiale, può apparire anomalo nella sua vasta produzione di persone ritratte davanti al suo banco ottico, un uomo glabro cosparso di api.

Ma questa foto ci racconta l’umiltà del fotografo: egli non spera di penetrare l’animo umano, ci dice che tutto quel che può ritrarre è la superficie della persona, quel poco che ognuno di noi offre all’esterno, persone pelate rivestite da una inquietante sovrapposizione di vestiti.

Più vicino dunque a Lorenzo Lotto che a Raffaello, o Velasquez, dove sarà un lucore negli occhi ad essere bastevole a qualificare tutta una vita; la necessità di avere qualche dettaglio, una statuetta, un foglio in mano, per farci capire chi abbiamo di fronte.

Così Avedon, il più grande a ritrarre lentiggini, abiti stazzonati, sporchetti, mal tenuti e il meno attraente per i soggetti con i quali ebbe spesso vicende giudiziarie perché poco entusiasti delle sue foto.

Il più lontano da quelli che chiamano ritratto la foto alla bella ragazza allegramente inespressiva.

La buccia è tutto.

(Testo di Claudio Marra)