• +39.324.5464117
  • Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
  • Carola Cunzolo: Quando la passione supera ogni limite
  • Carola Cunzolo: Quando la passione supera ogni limite
  • Carola Cunzolo: Quando la passione supera ogni limite
  • Carola Cunzolo: Quando la passione supera ogni limite
  • Carola Cunzolo: Quando la passione supera ogni limite
  • Carola Cunzolo: Quando la passione supera ogni limite
  • Carola Cunzolo: Quando la passione supera ogni limite
  • Carola Cunzolo: Quando la passione supera ogni limite
  • Carola Cunzolo: Quando la passione supera ogni limite

Carola Cunzolo: Quando la passione supera ogni limite

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Prendi un docufilm, che ti cambia il modo di vedere il mondo, una macchina fotografica analogica, la mitica Rolleiflex formato quadrato e tanta, tantissima passione. Pochi ma fondamentali elementi per descrivere quello che oggi è Carola Cunzolo, grafica pubblicitaria con la passione per la fotografia (e fin qui nulla di particolaree) con le idee ben chiare ispirata da una grande fotografa degli anni 50, Vivian Maier. E qui le cose cambiano.

Infatti, Carola rimase folgorata dalla visione del docufilm “Alla ricerca di Vivian Maier” del 2013 di John Maloof. La visione di questo film rapisce in modo profondo l’immaginario di Carola come se paradossalmente la personalità di Vivian Maier si fosse impossessata di lei, inizia allora la spasmodica ricerca di una Rolleiflex, la macchina fotografica usata da Vivian quando si aggirava per le vie di NY nelle pause di lavoro da babysitter per immortalare scene di vita quotidiana. Foto che la stessa Vivian non sviluppò mai e per caso vennero ritrovati da Maloof, agente immobiliare, che acquistò un decennio di anni fa ad un’asta per poche centinaia di dollari una valigia piena di rullini.

Da qui venne alla luce il fenomeno “Vivian Maier” maestra della street photography.

Carola Cunzolo mi ha e ci ha, positivamente impressionato mercoledì sera, durante l’incontro con gli ospiti esterni al GFLaMole di cui era ospite. Carola, dopo una breve introduzione, in cui ha raccontato i suoi esordi nel mondo della fotografia, ha portato in visione alcuni progetti fotografici da lei eseguiti in questi anni.

Il primo, rappresentato da una serie di scatti molto belli non a caso, di street photography rigorosamente in B/N, eseguiti, come dicevo all’inizio, con la Rolleiflex analogica che, per il formato quadrato, le situazioni, punti di ripresa e il bianco e nero puro che, solo le pellicole riescono a dare, ci restituisce un impatto scenico riscontrabile solo nelle foto degli anni 50. È come ascoltare un originale disco di Jazz, dove la puntina del giradischi restituisce quel fruscio caratteristico, proiettandoti con la fantasia nei fumosi locali di Harlem. Fotografando con la Rolleiflex, con il mirino a pozzetto, anche i soggetti inquadrati risultano più naturali e non in posa in quanto non si sentono al centro dell’attenzione del fotografo.

Secondo progetto fotografico dal titolo “Le assaggiatrici di Hitler “ tratto dall’omonimo romanzo di Rossella Pastorino che racconta della vita delle donne tedesche al tempo della seconda guerra mondiale, le quali venivano costrette ad assaggiare i pasti preparati al Führer per evitare pericoli di avvelenamento da parte dei nemici. Lascio immaginare il colpo allo stomaco che le immagini di Carola hanno dato a tutti noi. Le foto, scattate ovviamente adesso, con la tecnica descritta prima, ritraggono modelle, con scenari perfettamente ricostruiti, nei panni delle protagoniste del romanzo nei momenti che precedevano il pasto e anche dopo, con particolari del volto, delle mani, di oggetti come posate, piatti, pietanze, ogni fotografia corredata da didascalie tratte da passi del romanzo che ti conducono con l’immaginazione in quei momenti.

Carola è riuscita in pieno a trasmettere quel senso di paura, di angoscia e rassegnazione vissuti dalle protagoniste, che, sì, avevano la fortuna di mangiare cibi prelibati, quando in giro c’era la fame, ma nello stesso tempo affiorava sui loro volti il terrore che potesse essere l’ultimo pasto.

Quello che di Carola Cunzolo è stato apprezzato da tutta la sala è la sensibilità e la delicatezza che riesce a mettere in tutti i suoi scatti frutto di preparazione e tanta, tanta Passione.
Sicuramente vedremo presto altri sui progetti a cui sta lavorando e che sono ancora in fase embrionale.

A nome di tutti mi sento di ringraziare Roberto Angrisani per averci fatto conoscere e incontrare Carola, che ci ha regalato momenti di profonda emozione, sottolineati dalla dolcezza del suo sorriso.

(Testo e foto di Antonio Di Napoli)