È consuetudine dire che il cane è il miglior amico dell’uomo, mettendo sempre l’animale in secondo piano rispetto all’essere umano. Nel caso specifico di cui sto parlando, è Claudio Piccoli a essere l’amico migliore che un cane possa incontrare.
Detto ciò, cerchiamo di capire chi è Claudio Piccoli: ingegnere aeronautico, si avvicina alla fotografia grazie al suocero che, avendo una camera oscura gli, insegna i primi rudimenti, dallo scatto allo sviluppo della foto. Un po’ come tutti, Claudio inizia a fotografare random, cercando un suo filone che lo possa interessare. Come spesso accade, però, la vita ci mette il suo, cospargendo di ostacoli la strada, facendo cadere obbligando a rialzarsi e continuare. Claudio trova in un cane, (se non ricordo male il nome) Artù, il suo bastone su cui appoggiarsi e venir fuori dal periodo difficile.
I cani, si sa, poco ti chiedono ma tanto ti danno in affetto e dedizione, non a caso sono una vera terapia per tutto ciò che concerne la nostra psiche. Attualmente Claudio Piccoli possiede 4 cani e questo la dice tutta sul suo mondo, dove è riuscito a unire due passioni, entrando in contatto con la disciplina del “Dogs In Action”, letteralmente cani in azione. Claudio si trova a fotografare i cani durante le loro evoluzioni, accanto ai loro padroni. Nemmeno a dirlo i primi risultati fotografici sono stati deludenti, anche perché non è affatto semplice ritrarre i cani in velocità, cercando di fare una buona foto.
A questo punto, Claudio si ferma un attimo e cerca in primis di capire lo strumento che ha in mano cioè la fotocamera, studiandone le caratteristiche, cogliendone i limiti e da buon ingegnere di andare oltre scoprendo che una macchina slegata dai parametri imposti dalla casa produttrice, rinasce. A questo punto si ritrova un nuovo mezzo e una nuova conoscenza per affrontare questo genere fotografico. Così con la consapevolezza, sintetizza tre punti chiave, che rappresentano per lui un dogma, aprendo un nuovo modo di fotografare.
Il primo: capire che la macchina fotografica riesce a cogliere dei particolari che l’uomo non vede, per cui è molto importante settare in anticipo la fotocamera.
Il secondo: stabilire un contatto visivo con il cane, infatti c’è un momento ben preciso di sguardi intensi con il fotografo e si crea un transfer positivo e, da quel momento, si diventa un tutt’uno con l’animale.
Il terzo: osservare bene il padrone del cane che con il suo movimento anticipa quello che l’animale farà dopo circa un secondo, lasso di tempo che intercorre tra il comando e la reazione dell’animale.
Claudio Piccoli riesce così a crearsi un vero e propio stile fotografico che, come una firma, identifica il suo modo di fare e concepire la fotografia dei cani in azione. A questo punto per Claudio si apre una nuova era , dove la fotografia occupa una percentuale importante, che va dal tenere dei workshop in tutto il mondo, in quanto unico coats, di fotografia di Dogs in Action e ambassador per il brand Nikon e tanto altro.
Ho apprezzato molto la serata di mercoledì, perché mi ha e ha dato a tutti i soci intervenuti (ed eravamo in tanti, non a caso alla fine c’è stato l’applauso più lungo) l’opportunità di incontrare Claudio Piccoli scoprendo una bella persona, con una buona dote di comunicazione, ottimo affabulatore, buona dose di umiltà e con una grande tecnica fotografica.
(Testo e foto di Antonio Di Napoli)