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  • Un giorno di ordinaria follia fotografica
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Un giorno di ordinaria follia fotografica

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Tornando verso, casa dopo l’incontro con Guido Harari, avevo addosso una sorta di euforia indescrivibile, come non mi succedeva dai tempi della adolescenza quando si iniziava ad entrare in quello che veniva definito “il mondo dei grandi, degli adulti” con tutte le sue sfaccettature.

Ripercorriamo gli eventi: ieri pomeriggio, sul Gruppo Fotografico La Mole, si è abbattuto un vero e propio tornado di nome Guido Harari, noto fotografo di caratura mondiale, e fin qui....

Però, quello che, per continuare con terminologia meteorologica, ha elevato il tornado a uragano a livello 5 é stato lo spessore artistico del maestro Harari, per i lavori  che ha fatto (e da qui smetterò di chiamarlo maestro, non perché non lo meriti, anzi, e nemmeno per mancanza di rispetto ma per l’empatia creatasi) per la sua personalità e la disponibilità d’animo verso di noi. Anche Guido a sua volta ha subito l’onda d’urto di emozioni che noi del circolo la Mole riusciamo a far crescere e rimandare quando veniamo investiti da certi fenomeni e sappiamo essere travolgenti.

Della bravura artistica di Guido Harari non vi sono dubbi, ed è sotto agli occhi di tutti e molti meglio di me ne hanno saputo descrivere le qualità. Io vorrei evidenziare  Guido Harari come uomo, con quello che ha regalato a tutti noi presenti, raccontandoci quello che succedeva dietro l’obiettivo fotografico, ovvero la storia di uno scatto. La particolarità di Guido sta nel  ritrarre gli artisti (e qui l’elenco è lunghissimo, copre infatti più di 40 anni di storia musicale mondiale e non solo) non in posa statica tanto per far bella mostra di se, ma nei momenti più intimi, mettendo a nudo la loro vera personalità, o durante i concerti cogliendoli nei momenti di massima espressione artistica, con le loro debolezze e questo li faceva apprezzare agli occhi di noi fans ancora di più. Noi, che leggevamo riviste musicali come Rolling Stone, Velvet, Musica 80, Rockstar, etc...

Un breve excursus sul pomeriggio di sabato, inizio della lectio  magistralis  di Guido Harari alle ore 15,00 in punto: la sala era gremita al massimo della capienza, con la puntualità che da sempre contraddistingue i soci. Si inizia con quelli che sono stati gli ispiratori di Guido: Leibovitz, Kratochvil, solo per citarne alcuni e tanti altri, che lo hanno formato a estrapolare l’essere umano dal personaggio, dando una dimensione più naturale. Tutto ciò rappresenta un lavoro non da poco, perché bisogna creare feeling con chi deve farsi riprendere e si sa che non sempre i vip brillano in simpatia e disponibilità.

Le foto delle leggende dello scenario musicale mondiale si succedevano sullo schermo, con racconti  ricchi di particolari, di cui Guido ci rendeva partecipi, come se noi fossimo stati lì a condividere l’attimo, facendoci entrare nella storia. Poi si è passati alla seconda parte della lezione dal titolo: “Fotografare senza macchina fotografica”. Guido si sveste dei panni di fotografo rock, per sua stessa ammissione, per vestire quelli di realizzatore di libri illustrati con testi e fotografie e qui si passa a parlare di Fernanda Pivano, con cui collabora, icona della beat generation, Alda Merini, Fabrizio De André, Gaber, Pier Paolo Pasolini e altri non meno famosi.

Dopo la consegna del suo libro autografato con dedica, ci siamo spostati allo Spazio Don Chisciotte della Fondazione Bottari Lattes in Via della Rocca 37, spazio espositivo in cui Guido Harari ci ha illustrato la sua mostra “Wall of Sound 10” di cui ci aveva parlato durante la lezione in sede. I personaggi raffigurati andavano da: David Bowie, Tina Turner, Kate Bush, Frank Zappa, B.B.King, Eric Clapton, Tom Waitz, Peter Gabriel, Fabrizio De André, Gaber, Capossela Luo Reed , Laurie Anderson, Patti Smith e qui mi fermo ma l’elenco è lungo e a vederli tutti tremano i polsi dall’emozione. 

Spero di aver reso l’idea di quello che abbiamo vissuto sabato pomeriggio, dal momento che con Guido Harari abbiamo superato ogni limite entrando di diritto nella storia.

Alla fine di ogni pubblicazione che si rispetti passo ai ringraziamenti: in primis, Carlo Mogavero, che come un segugio ha seguito per più di un anno Guido per portarlo da noi.

Poi, ringrazio il Direttivo della Mole per l’organizzazione dell’evento e tutti coloro che sono intervenuti, condividendo questo emozionante evento!

E, infine, ringrazio Guido Harari per la sua disponibilità, la bravura e la grande carica umana nel creare un’empatia unica con tutti noi.

A questo punto, mi piacerebbe dai presenti un piccolo commento per sapere se l’emozione che ho vissuto e descritto è quella condivisa da tutti voi.

A suggello  della splendida giornata, rimarranno le foto scattate dalla moglie e una da Guido che riprende il Gruppo la Mole e della felicità leggibile sui volti di tutti.

(Testo di Antonio Di Napoli)