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  • Quei ragazzacci del Fotogramma
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Quei ragazzacci del Fotogramma

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Con mercoledì sera si è ripreso il ciclo delle serate culturali del circolo e la ripresa è stata davvero col botto. Come ospiti abbiamo avuto appunto quei ragazzacci (mi si passi il termine, in quanto li paragono a quei ragazzacci di via Panisperna, ovvero D'Agostino, Segrè, Amaldi , Rosetti  che con Fermi  si definivano "fisici senza palestra") del circolo il Fotogramma fondato da colui che chiamerò l'uomo circolare in quanto sono tanti i circoli che ha fondato nello scenario della fotografia Piemontese (compreso il nostro).

Possiamo definire questi ragazzi  come "fotogrammi senza obiettivi fissi ", anche perché  Renzo Miglio, Ugo Col, Claudio Pepino insieme al loro faro Giorgio Prevedi, di obiettivi  ne avevano e anche tanti e lo si può vedere da una selezione di stampe che ci hanno portato mercoledì in sede (mi dispiace per gli assenti che non hanno potuto vedere le loro opere). Selezione tutta in b/n che rappresenta solo una piccola parte di quello che hanno prodotto in diversi anni di  progetti fotografici. Innumerevoli i concorsi fotografici a cui hanno preso parte, nazionali e non, portando a casa diversi premi e menzioni prestigiosi.

La serata ha preso inizio con un ricordo di Giorgio Prevedi, loro capostipite, mostrando stampe fornite dalla figlia raffiguranti forme geometriche che definire perfette è dire poco. Da sottolineare  che le forme geometriche tridimensionali venivano create con maniacale perfezione da Giorgio in cartoncino e, sfruttando il chiaro scuro, riusciva a dare un movimento quasi ipnotico ai suoi scatti.

Piacevole sentirli parlare, con ritmi teatrali si passavano la parola facendoci entrare in quello che era il mondo con le sue problematiche della fotografia degli anni 70 /80, anche se una parte di noi già la viveva ma non a questi livelli di sicuro.

Poi è toccato a Ugo Col, con le sue stampe dove la maggior parte, fatta con la doppia esposizione, mostra scenari surreali (ovviamente Photoshop era ancora lontano anni luce). Le maschere venivano fatte a mano singolarmente e non con un clic come adesso, si sviluppavano e si stampavano le foto in bagno di notte quando erano tutti a letto (scusate la digressione, ma mi sovviene la memorabile scena di Totò e Peppino  falsari, quando stampavano le banconote di notte in tipografia) e alle prime luci dell'alba c'era tanta soddisfazione nel vedere il risultato, a detta di Ugo non più di sei foto per volta. 

Poi è stata la volta di Claudio Pepino che con l'affascinante Clak Clak del diaproiettore ci ha fatto fare un salto indietro nel tempo, le diapositive proiettate  erano tutte rigorosamente perfette. Claudio nei suoi scatti si porta dietro, tanto del suo lavoro di grafico, con la ricerca chirurgica delle geometrie e accostamenti di colori, che lui componeva ovviamente a mano ritagliando più diapositive con un bisturi appunto e ricomponendole secondo la sua idea fotografica. Infatti le foto di Claudio ricordavano molto dei quadri di De Chirico, dimenticavo la pittura altra sua passione che ritroviamo nelle sue immagini.

E' toccato poi a Renzo Miglio, con le sue foto non nuove per noi del circolo che abbiamo già ammirato in diverse occasioni e abbiamo rivisto questa volta dal vivo apprezzandone anche  la qualità e il profumo  della stampa  così come quelle di chi lo aveva preceduto nella serata, tutte fatte su carta baritata. Ho trovato molto affascinanti le storie di Renzo raccontate per immagini, niente da dire "obiettivamente" é un poeta.

Infine a chiudere Elio Draghi con le sue stampe in b/n in cui si ritrova una giovane Alba Parietti (certo che si trattavano proprio bene questi ragazzacci!).

La serata è trascorsa con piacevolezza ascoltando e vedendo le immagini di quelli: come ho definito prima con affetto e ammirazione, quei ragazzacci del Fotogramma che hanno condiviso con noi, facendoci rivivere il fascino della fotografia degli anni fine 70 e 80.

Infine, piccola considerazione personale, ho appezzato come dicevo all'inizio dell'articolo, il sincronismo con cui si passavano la parola, raccontandoci aneddoti e curiosità, fino a rischiare la gattabuia per amore di una foto.

Sincronismo come dicevo, frutto di giornate passate insieme, per strada, confrontandosi sul campo e aiutandosi tra di loro senza ombra di rivalità per godere a pieno di una passione comune. Passione  che  ha invaso tutti i numerosissimi presenti di mercoledì sera.

Renzo Miglio ci ha salutato dicendo, che continuerà a fotografare fino a quando non troverà l'immagine perfetta. Il nostro augurio che non la trovi mai, finché continui  a regalarci foto ed entusiasmo come quello di mercoledì sera. 

Da  tutti noi ancora, grazie ragazzi!!

(Testo di Antonio Di Napoli)